(Luca 10:25-30)
“Ed ecco, un certo dottor della Legge si levò per metterlo alla prova, e gli disse: Maestro, che dovrò fare per ereditar la vita eterna? Ed Egli gli disse: Nella Legge che sta scritto? Come leggi? E colui, rispondendo, disse: Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso. E Gesù gli disse: Tu hai risposto rettamente; fa’ questo, e vivrai. Ma colui, volendo giustificarsi, disse a Gesù: E chi è il mio prossimo? Gesù replicando, disse: Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbattè in ladroni i quali, spogliatolo e feritolo, se ne andarono, lasciandolo mezzo morto”
Qual è il piú grande problema dell’uomo?
Egli vive con molte illusioni sbagliate.
Luca 10:28, “E Gesù gli disse: Tu hai risposto rettamente; fa’ questo, e vivrai.”
Le persone vivono con molte illusioni sbagliate. Sembra che esse siano particolarmente vulnerabili a questo. Sembrano essere astute, ma vengono facilmente ingannate e rimangono inconsapevoli della loro parte cattiva. Noi siamo nati senza conoscere noi stessi, ma viviamo ancora come se ci conoscessimo. Dato che le persone non conoscono la propria anima, la Bibbia ci dice che noi siamo peccatori.
Le persone parlano dell’esistenza dei loro peccati. E occasionalmente, sembra che le persone siano incapaci di fare il bene e siano troppo inclini a definire loro stessi buoni. Esse vogliono vantarsi delle loro buone azioni e le mettono in mostra. Dicono di essere peccatori, ma agiscono come se fossero molto buone.
Sanno di non avere né del buono in loro né l’abilitá a fare del bene, ma cercano di ingannare gli altri e qualche volta di ingannare anche loro stesse. “Su, non possiamo essere completamente cattive. Ci deve essere qualcosa di buono dentro di noi.”
Cosí guardano gli altri e si dicono: “Dio, vorrei che non lo avesse fatto. Sarebbe stato meglio per Lui se non lo avesse fatto. Avrebbe fatto meglio se avesse detto cose come queste. Penso che sia meglio predicare il Vangelo in questo modo. Egli è stato riscattato prima di me cosí penso che agisca davvero come uno che è stato riscattato. Sono stato riscattato recentemente ma se imparo di piú farò molto meglio di lui.”
Essi stanno affilando i coltelli nei loro cuori. “Tu aspetta un momento. Vedrai che io non sono come te. Cosí adesso pensi di essere avanti a me vero? Tu aspetta solo un momento. È scritto nella Bibbia che coloro che vengono per ultimi diventeranno i primi. So che egli mi usa. Aspetta e ti farò vedere.” Le persone si ingannano.
Anche se avrebbero fatto nello stesso modo, se fossero stati al loro posto, giudicano gli altri. Quando si trovano nella stessa situazione improvvisamente si accorgono di balbettare e diventano consapevoli di sé. I predicatori devono solo guardare Dio e non cominciare a pensare su cosa gli altri possano pensare. Se lo facessero, non sarebbero capaci di predicare.
Quando ho chiesto se le persone avevano la capacitá di fare del bene, molti dissero di no. Ma hanno l’illusione di averla. Cosí provano duramente fino alla morte.
Pensano di avere la ‘bontá’ nei loro cuori, di avere l’abilitá di fare del bene. Pensano anche di essere abbastanza buoni. Incuranti di quanto è passato da quando sono rinate anche coloro che hanno compiuto le piú grandi opere nel servizio di Dio pensano: “Posso fare questo e quello per il Signore.”
Ma se teniamo il Signore fuori dalle nostre vite possiamo realmente essere buoni? C’è del buono nell’uomo? Può vivere facendo buone azioni? L’uomo non ha la capacitá di fare del bene. Ogni volta che l’uomo prova a fare qualcosa, pecca.
Qualcuno mette da parte Gesù dopo essere stato salvato e cerca di fare del bene per proprio conto. C’è solo malvagitá dentro tutti noi. Possiamo solo far pratica di malvagitá. Per conto nostro (anche coloro che sono stati salvati), noi possiamo solo peccare. È la realtá della nostra anima.
Che cosa facciamo ogni giorno del bene o del male?
Del male.
Nel nostro libro di elogio ‘Prega il Signore’ c’è una canzone che fa: “♪Senza Gesù inciampi soltanto. Noi siamo inutili come una barca che attraversa il mare senza la vela.♪” Senza Gesù possiamo solo peccare. Noi siamo giusti solo perché siamo stati salvati. In realtá siamo cattivi. L’apostolo Paolo disse: “Il bene che voglio non lo fo; ma il male che non voglio, quello fo.” Se un uomo è con Gesù, non ha importanza. Ma quando non ha niente a che fare con Lui, cerca di fare del bene davanti a Dio. Ma piú prova, piú cerca di fare pratica del male.
Anche re Davide aveva la stessa natura. Quando il suo Paese era pacifico e prosperoso faceva shopping davanti alle vetrine. Vide un quadro che lo tentava e sentí un forte piacere. Che cosa fu a piacergli quando dimenticò Iddio? Era la malvagitá. Uccise Uriah e prese sua moglie, ma non riusciva a vedere la malvagitá in se stesso. Chise scusa per le sue azioni.
Allora un giorno, il profeta Nathan venne da lui e disse: “V’erano due uomini nella stessa cittá, uno ricco e l’altro povero. Il ricco avea pecore e buoi in grandissimo numero; ma il povero non aveva nulla, fuorché una piccola agnellina ch’egli aveva comprata e allevata; essa gli era cresciuta in casa insieme ai figliuoli, mangiando il pane di lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno; ed essa era per lui come una figliuola. Or essendo arrivato un viaggiatore a casa dell’uomo ricco, questi, risparmiando le sue pecore e i suoi buoi, non ne prese per preparare un pasto al viaggiatore ch’era capitato da lui; ma prese l’agnello di quel povero uomo, e ne fece delle vivande per colui che gli era venuto a casa.” Davide disse “L’uomo che ha fatto questo merita la morte!” La sua rabbia si accese fortemente e cosí disse: “Egli ha giá cosí tanto di per sé potrebbe sicuramente prendere un pecora dal suo bestiame. Ma ha preso l’unico agnello del povero uomo per preparare il pasto del viaggiatore. Deve morire!” E Nathan disse a lui: “Tu sei quell’uomo.” Se non cerchiamo Gesù e non siamo con Lui, anche il rinato può comportarsi cosí.
È lo stesso per tutti gli uomini, anche per quelli fedeli. Noi inciampiamo sempre, facciamo pratica di malvagitá senza Gesù. Cosí noi siamo grati ancora oggi che Gesù ci abbia salvati incuranti della malvagitá in noi. “♪Voglio restare sotto l’ombra della Croce.♪” I nostri cuori restano sotto l’ombra della redenzione di Cristo. Ma se lasciamo l’ombra e guardiamo a noi stessi, non possiamo mai aver pace.
DIO CI DIEDE LA GIUSTA FEDE PRIMA DELLA LEGGE
Chi viene prima la fede o la Legge?
La fede.
L’apostolo Paolo disse che Dio ci diede la giusta fede per prima. La giusta fede venne prima. La diede ad Adamo ed Eva, a Caino ed Abele, e poi a Seth ed Enoch. In giú a Noé e quindi ad Abramo, e poi ad Isacco, a Giacobbe e ai suoi dodici figli. Anche senza la Legge divennero giusti di fronte a Dio attraverso la loro fede nella Sua Parola.
E trascorse il tempo e i discendenti di Giacobbe vissero in Egitto come schiavi per 400 anni a causa di Joseph. Allora Dio li condusse fuori attraverso Mosé nella terra di Canaan. Ma durante i 400 anni di schiavitú essi dimenticarono la giusta fede.
Cosí Dio li lasciò attraversare il Mar Rosso tramite il Suo miracolo e li condusse nel deserto. Quando raggiunsero il deserto del Sin, Egli diede loro la Legge sul monte Sinai. Egli diede loro i Dieci Comandamenti che contengono 613 articoli dettagliati della Legge. “Io sono l’Iddio di tuo padre, l’Iddio d’Abramo, l’Iddio di Isacco, l’Iddio di Giacobbe. Lasciate che Mosé si avvicini al Monte Sinai, e vi darà la Legge.” Dio diede ad Israele la Legge.
Egli diede loro la Legge cosí che avessero “la conoscenza del peccato” (Romani 3:20). Serviva per far conoscere a loro cosa Gli piaceva e cosa no e per rivelare la Sua giustizia e la Sua santitá.
Tutte le persone di Israele che sono state assoggettate in Egitto per 400 anni attraversarono il Mar Rosso; non incontrarono mai il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe. Non Lo conobbero.
E mentre vivevano come schiavi per quei 400 anni, dimenticarono la giustizia di Dio. Allora non avevano un capo. Giacobbe e Giuseppe erano i capi, ma dovevano morire. Sembrava che Giuseppe avesse fallito nel passare la fede ai loro figli, Manasseh e Ephraim.
Cosí ebbero bisogno di cercare il loro Dio un’altra volta e di incontraLo perché essi avevano dimenticato la giustizia di Dio. Quindi Dio diede loro la giustizia della fede prima e quindi diede loro la Legge dopo che avevano dimenticato la fede. Egli diede loro la Legge per richiamarli a Lui.
Per salvare Israele, per farli Suo popolo, il popolo di Abramo, Egli disse loro di circoncidersi.
La Sua proposta fu proclamata prima per far loro conoscere che c’è Dio, stabilendo la Legge, e secondo per far loro conoscere che erano peccatori dinnanzi a Dio. Egli voleva che che venissero davanti a Lui e diventassero il Suo popolo tramite l’essere riscattati attraverso il sacrificio della redenzione che Dio aveva dato loro. Ed Egli li rese Suo popolo.
Il popolo di Israele era stato riscattato attraverso la Legge (il sistema sacrificale) credendo nel Messia che era venuto. Ma il sistema sacrificale svanì con il tempo. Vediamo quando.
In Luca 10:25 “Ed ecco, un certo dottor della Legge si levò per metterlo alla prova, e gli disse: Maestro, che dovrò fare per eredar la vita eterna?” Il dottore della Legge era un Fariseo. I Farisei erano un popolo conservatore che cercava di tener fede alla Sua Parola. Erano persone che provavano a proteggere prima il Paese e quindi a vivere secondo la Sua Legge. E poi ci furono i Zealot che erano molto impetuosi e tendevano a ricorrere a dimostrazioni per conseguire le loro visioni.
Chi voleva incontrare Gesù?
I peccatori senza un pastore.
Ci sono popoli come quelli anche adesso. Condussero movimenti sociali con slogan come ‘salvate i popoli oppressi del Paese.’ Credono che Gesù venne a salvare il povero, l’oppresso. Cosí imparano la teologia, prendono parte alla politica e provano a liberare gli oppressi in ogni campo della societá.
Sono gli unici che insistono “Viviamo tutti secondo la sacra e misericordiosa Legge, teniamo fede alla Legge, alle Sue Parole.”
Ma non si accorgono dell’attuale significato della Legge. Cercano di vivere seguendo alla lettera la Legge, ma non riconoscono la rivelazione divina della Legge.
Cosí possiamo dire che non ci fu nessun profeta, per circa 400 anni prima della nascita di Cristo. Ed essi divennero un gregge di pecore senza un pastore.
Essi non ebbero né una Legge, né una guida. Dio non si rivelò attraverso i falsi capi religiosi di quel tempo. Il Paese divenne una colonia dell’Impero Romano. Cosí Gesù disse a quelle persone di Israele che Lo cercavano nel deserto che non li avrebbe mandati via affamati. Egli ebbe pietá del gregge senza una guida. Ci furono molti che stavano soffrendo in quel tempo.
E i giudici erano gli unici che avevano i diritti acquisiti; i Farisei furono della discendenza di Israele, del Giudaismo. Erano molto fieri.
E questo dottore della Legge chiese a Gesù in Luca 10:25 “Ed ecco, un certo dottor della Legge si levò per metterlo alla prova, e gli disse: Maestro, che dovrò fare per eredar la vita eterna?” Gli sembrò che non ci fosse uno migliore di lui fra il popolo di Israele. Cosí questo dottore della Legge (uno che non era stato salvato) Lo sfidò dicendo: “Che cosa dovrò fare per ereditare la vita eterna?”
Questo dottore della Legge rappresenta noi. Egli chiese a Gesù: “Che cosa dovrei fare per la vita eterna” Gesù gli rispose: “Che cos’è scritto sulla Legge? Qual è la tua lettura di ció?”
Cosí egli rispose e disse: “Tu potresti amare il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente” e “Ama il tuo prossimo come te stesso.”
E Lui gli disse: “Hai risposto giustamente; fa’ questo e sarai vivo.” Gesù gli disse: “Hai risposto giustamente; fa’ questo e sarai vivo.”
Egli sfidò Gesù non sapendo di essere cattivo, un ammasso di peccato che non potrebbe mai fare del bene. Cosí Gesù gli chiese: “Che cosa è scritto nella Legge? Come leggi?”
Qual è la tua lettura della Legge?
Noi siamo peccatori che non possiamo rispettare la Legge.
“Come leggi?” “Hai risposto giustamente; fa’ questo e sarai vivo.” “Come leggi?” Ció significa come conosci e capisci la Legge.
Come molte persone fanno oggigiorno, questo dottore della Legge pensò che Dio diede a lui la Legge per farla rispettare. “Ama il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il tuo prossimo come te stesso.”
La Legge era senza errore. Egli ci diede la Legge perfetta. Egli ci disse di amare il Signore con tutto il nostro cuore e con tutta la nostra anima, con tutta la nostra forza e con tutta la nostra mente e di amare il prossimo come noi stessi. È giusto per noi amare il nostro Dio con tutto il nostro cuore e la nostra forza, ma era la parola sacra che non poteva essere mai rispettata.
“Come leggi?” significa che la Legge è giusta, ma in che modo la capisci? Il dottore della Legge pensò che Dio la diede perché noi la rispettassimo. Ma la Legge di Dio era stata data cosí che potevamo conoscere le nostre manchevolezze, e smascherare le nostre iniquitá completamente. Esso smaschera i nostri peccati: “Hai peccato. Hai ucciso quando ti ho detto di non uccidere. Perché mi hai disobbedito?”
La Legge smaschera il peccato nel cuore dell’uomo. Supponiamo che sulla mia via qui, abbia visto dei meloni maturi. Dio mi avvertì attraverso la Legge, “Non cogliere quei meloni per mangiarli. Mi disonorerai se tu lo fai.” “Sí, Padre.” “Il campo appartiene al signor tal de tali quindi non dovete mai coglierle.” “Sí, Padre.”
Appena noi sentiamo dalla Legge che non dobbiamo mai coglierli noi sentiamo un forte desiderio di farlo. Se noi spingiamo una molla essa tende ad alzarsi a noi in reazione. I peccati dell’uomo si comportano nella stessa maniera.
Dio non ci ha detto mai di fare del male. Dio può dirci ció poiché Egli è sacro poiché Egli è completo, poiché Egli ha l’abilitá di farlo. Ma dall’altra parte, noi non possiamo “mai” non peccare e “mai” fare del bene. Noi non abbiamo “mai” del buono nei nostri cuori. La Legge dice “mai” (è stata scelta la parola “mai”). Perché? Perché le persone hanno cupidigia nei loro cuori. Noi agiamo secondo la nostra cupidigia. Noi commettiamo adulterio perché abbiamo adulterio nei nostri cuori.
Dobbiamo leggere la Bibbia attentamente. Da quando ho creduto in Dio l’ho fatto in accordo alla Sua Parola. Ho letto che Gesù è morto sulla Croce per me e non ho potuto fermare le lacrime che scendevano. Pur essendo stata io una persona cosí malvagia, Egli è morto sulla Croce per me. Il mio cuore soffrì cosí terribilmente che ho creduto in Lui. Allora ho pensato, ‘Se devo credere voglio credere in accordo alla Sua Parola.’
Nell’Esodo 20 è scritto: “Non devi avere altri dei oltre me.” Ho pregato pentito in accordo a questa parola. Ho cercato nella mia memoria per ricordarmi se avevo mai avuto altri dei oltre a Lui, se avevo mai nominato il Suo nome invano o se mi ero mai prostrato dinnanzi ad altri dei. Ho capito che mi ero prostrato dinnanzi ad altri dei molte volte durante i riti funebri in onore dei miei antenati. Ho commesso il peccato di avere altri dei.
Cosí ho pregato, pentito: “Signore, ho venerato degli idoli. Devo essere giudicato per questo. Ti supplico perdona i miei peccati. Io non lo farò piú.” Quindi un peccato fu risolto.
Allora ho provato a pensare se mai avessi nominato il Suo nome invano. Allora mi sono ricordato che quando avevo cominciato a credere in Dio avevo fumato. I miei amici mi dissero: “Non stai disonorando Dio fumando? Come può un cristiano fumare?”
Ció era nominare il Suo nome invano, non è vero? Cosí ho pregato ancora, “Signore ho nominato il Tuo nome invano. Ti prego perdonami. Smetterò di fumare.” Cosí ho provato a smettere, ma continuavo a fumare e poi a smettere un’altra volta e questo è andato avanti per un anno. Fu veramente difficile, quasi impossibile smettere di fumare completamente. Ma alla fine sono riuscito a farlo. Sentii che un’altro peccato era stato risolto.
Il successivo era “Rispetta il giorno santo”, che implica il non fare altre cose di domenica; di non lavorare né guadagnare soldi. Cosí ho smesso di fare anche quello.
Poi c’era “Onora il padre e la madre.” Li ho onorati quando ero lontano, ma essi furono una fonte di angoscia quando ero accanto a loro. “O mio buon Dio, ho peccato dinnanzi a Dio. Ti prego perdonami, Signore.” Ho pregato, pentito.
Ma io non potevo piú onorare i miei genitori perché ormai erano morti entrambi. Che cosa potevo fare? “Signore ti prego perdona questo insignificante peccatore. Sei morto sulla Croce per me.” Come Te ne ero grato!
Cosí, pensai di avere risolto i miei peccati uno ad uno. C’erano altre leggi come non uccidere, non commettere adulterio, non bramare. Ho capito che non ne avevo mantenuto neanche una. Ho pregato tutta la notte. Ma, come si sa, pregare in pentimento non è veramente piacevole. Parliamo di ció.
Quando ho pensato alla crocifissione di Gesù, fui capace di avvertire quanto fosse stato doloroso. Ed Egli è morto per noi che non potevamo avere fede nelle Sue Parole. Ho pianto tutta la notte pensando a quanto Lo amavo e quanto Lo ringraziavo per avermi dato la vera gioia.
Il mio primo anno di frequenza in Chiesa fu abbastanza facile, ma nei successivi due anni o giú di lí divenne molto difficile perché dovevo pensare molto piú duramente per versare le lacrime, perché mi stavo abituando al versarle.
Quando non riuscivo a versare le lacrime mi recavo spesso in montagna a pregare e digiunavo per tre giorni. Allora ricominciavo a versare le lacrime. Quindi bagnato delle mie lacrime ritornavo a vivere nella societá e a piangere in Chiesa.
Le persone intorno a me mi dissero, “Sei diventato cosí santo grazie alle tue preghiere in montagna.” Ma le lacrime inevitabilmente si asciugarono ancora. Divenne veramente difficile nel terzo anno. Pensai agli sbagli che avevo commesso nei confronti dei miei amici e dei miei compagni cristiani e piansi ancora. Dopo 4 anni passati in questo modo, le lacrime finirono ancora. C’erano lacrime ghiandolari nei miei occhi, ma non lavoravano piú.
Dopo 5 anni, non riuscivo piú a piangere non importava quanto ci provassi duramente. Dopo di che il mio naso cominciò a colare. Dopo due anni, cominciai ad essere disgustato di me stesso e ritornai alla Bibbia.
LA LEGGE SERVE PER LA CONOSCENZA DEL PECCATO
Di che cosa dobbiamo renderci conto della Legge?
Non possiamo mai rispettare la Legge.
In Romani, 3:20, è scritto: “Mediante la Legge è data la conoscenza del peccato.” Consideravo questo come un messaggio personale all’apostolo Paolo e credevo solo nelle parole che sceglievo. Ma dopo che le mie lacrime si seccarono non potei continuare la mia vita di fede.
Cosí, ho peccato ripetutamente e ho scoperto che avevo peccato nel mio cuore e che era impossibile vivere secondo la Legge. Non potevo tenere fede ad essa. Ma non potevo rinunciare alla Legge perché io credevo che era stata data per essere obbedita. Alla fine, sono diventato un dottore della Legge come quelli che sono riportati nelle Sacre Scritture. Divenne cosí difficile proseguire la vita di fede.
Cosí, per fuggire dall’avversitá, mi sono dato da fare per cercare un predicatore che predicasse la rinascita di acqua e di Spirito. Ho incontrato un predicatore che predicava che tutti i nostri peccati erano stati riscattati.
Quando sentii che ero senza peccato, fu come una fresca brezza che soffiava nel mio cuore. Avevo cosí tanto peccato che mentre leggevo la Legge, cominciai a rendermi conto di quei peccati. Ho violato tutti i Dieci Comandamenti nel mio cuore. Anche peccare nel cuore è peccato, e, involontariamente, sono diventato un credente della Legge.
Quando rispettavo la Legge ero felice. Ma quando non riuscivo a rispettarla ero uggioso, seccato e triste. Alla fine, mi stancai di tutto questo. Se solo avessi pensato dall’inizio, “No, no. C’è un’altro significato della Legge. Ti dimostra che tu sei un ammasso di peccato; tu ami i soldi, il sesso e tutte le cose che sono belle a guardarsi. Tu hai cose che ami molto piú di Dio. Vuoi adorare le cose del mondo. La Legge ti è stata data, non per essere rispettata, ma per farti riconoscere di essere un peccatore che ha malvagitá in cuore.”
Se solo qualcuno me lo avesse insegnato allora, io non avrei sofferto per 10 anni. Cosí ho vissuto secondo la Legge per 10 anni fino a che mi resi conto di questo.
Il quarto comandamento è “Rispetta il Giorno Santo.” Significa che noi non dobbiamo lavorare di domenica. Significa che noi dobbiamo camminare, non correre se stiamo facendo un viaggio per luoghi lontani. E io credevo di dover camminare fino al luogo dove stavo a predicare per essere onorato. Dopo tutto, io stavo predicando la Legge. Cosí ho pensato che dovevo praticare ciò che predicavo. Era cosí difficile che stavo per abbandonare tutto.
Come è riportato qui, “Come leggi?” Non avevo capito questa domanda e avevo sofferto per 10 anni. Anche il dottore della Legge non lo aveva capito. Egli pensava che se avesse obbedito alla Legge e fosse vissuto in modo cauto, sarebbe stato benedetto dinnanzi a Dio.
Ma Gesù gli disse, “Come leggi?” Sí, tu hai risposto rettamente, stai rispettando come è scritto. Prova e mantieni questo. Tu vivrai se farai questo, ma morirai se non lo farai. Il salario del peccato è la morte. “Tu morirai se non lo farai” (Il contrario della vita è la morte, non è cosí?).
Ma il dottore della Legge ancora non capiva. Questo dottore della Legge siamo noi, voi e io. Io ho studiato teologia per 10 anni. Ho provato di tutto, ho letto di tutto e ho fatto di tutto: il digiunare, le visioni, il parlare in altre lingue. Ho letto la Bibbia per 10 anni e mi aspettavo di ottenere qualcosa. Ma spiritualmente ero un uomo cieco.
Questo è il motivo per cui un peccatore deve incontrare qualcuno che possa fargli conoscere che Egli è il nostro Signore Gesù. Allora si renderà conto che “noi non possiamo rispettare la Legge. Non importa con quanta fatica ci proviamo: noi possiamo solo morire provandoci. Ma Gesù venne a salvarci con l’acqua e lo Spirito! Alleluia!” Possiamo essere riscattati tramite l’acqua e lo Spirito. Ciò è la Grazia, il regalo di Dio. Per questo preghiamo Dio.
Sono stato abbastanza fortunato da lasciare la via disperata, ma alcuni trascorrono tutta la vita studiando teologia invano e non si rendono mai conto della veritá fino al giorno della morte. Alcuni credono per decenni o di generazione in generazione, ma non sono mai rinati.
Non siamo piú peccatori quando ci rendiamo conto che non possiamo mai rispettare la Legge, quindi stiamo in piedi dinnanzi a Gesù e ascoltiamo il Vangelo dell’acqua e dello Spirito. Quando incontriamo Gesù, noi ci salviamo da tutti i giudizi, da tutte le dannazioni. Noi siamo i peggiori peccatori ma diventiamo giusti perché Egli ci ha salvato tramite l’acqua e il sangue.
Gesù ci ha detto che non possiamo mai vivere secondo la Sua volontá. Egli aveva detto questo al dottore della Legge ma non capí. Cosí Gesù gli raccontò una storia per aiutarlo a farlo capire.
Che cosa porta l’uomo a fallire nella vita di fede?
Il peccato.
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbattè in ladroni i quali, spogliatolo e feritolo, se ne andarono, lasciandolo mezzo morto” (Luca 10:30). Gesù stava dicendo che avrebbe sofferto tutta la vita come l’uomo che fu ferito dai ladroni e che fu quasi ucciso.
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico. Gerico è il mondo secolare e Gerusalemme simboleggia la cittá della religione; la cittá della fede, dei millantatori della Legge. Ci dice che se crediamo in Cristo come nostra religione, non possiamo che essere rovinati.
“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbatté in ladroni i quali, spogliatolo e feritolo, se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.” Gerusalemme era una grande cittá con tanti abitanti. C’erano un alto sacerdote, una moltitudine di sacerdoti, Leviti e molti uomini preminenti della religione. C’erano molti che conoscevano molto bene la Legge. In quel luogo, cercavano di vivere secondo la Legge, ma fallivano ogni volta e si recavano a Gerico. Continuavano a fallire nel mondo (Gerico) e incontrarono i ladroni.
L’uomo incontrò i ladroni sulla via da Gerusalemme a Gerico e fu spogliato dei suoi vestiti. ‘Essere spogliato della veste’ significa che aveva perso la sua onestá. È impossibile per noi vivere secondo la Legge, vivere mediante la Legge. L’apostolo Paolo disse in Romani 7: “Perché il bene che voglio non lo fo; ma il male che non voglio, quello fo. Ora se ció che non voglio è quello che fo, non sono piú io che lo compio, ma è il peccato che abita in me.”
Vorrei potere fare del bene e vivere nella Sua Parola. Ma dal cuore di un uomo escono cattivi pensieri, adulteri, fornicazioni, omicidio, furti, cupidigie, malvagitá, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza (Marco 7:21-23).
Dato che sono nel nostro cuore e fuoriescono sempre, noi facciamo quello che non vogliamo e non facciamo quello che vogliamo. Continuiamo a ripetere quelle malvagitá nel nostro cuore. Ció che il Diavolo deve fare è mandarci un piccolo impulso per peccare.
I PECCATI ALL’INTERNO DEL CUORE DI UN UOMO
Possiamo vivere secondo la Legge?
No.
È scritto in Marco 7, “Non v’è nulla fuori dell’uomo che entrando in lui possa contaminarlo; ma son le cose che escon dall’uomo quelle che contaminano l’uomo.”
Egli ci sta dicendo che ci sono cattivi pensieri, adulteri, fornicazioni, omicidio, furti, cupidigie, malvagitá, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza nel cuore di un uomo. Tutti noi abbiamo omicidio nei nostri cuori.
Non c’è nessuno che non uccida. Le madri gridano ai loro figli, “No, non farlo. Ti ho detto di non farlo, dannanzione! Ti ho detto di non farlo!” E quindi, “Vieni qui. Ti ho detto e ripetuto di non farlo. Ti potrei anche uccidere per questo.” Questo è omicidio. Tu potresti uccidere i tuoi figli con delle parole avventate.
I nostri bambini devono vivere perché fuggono cosí velocemente; ma se scarichiamo tutta la nostra rabbia su di loro li uccideremo. Noi li avremo uccisi di fronte Dio. Qualche volta ci impressioniamo. “Oh mio Dio! Perché l’ho fatto?” Guardiamo il livido dopo aver colpito i nostri figli e pensiamo di dover essere diventati pazzi a fare una cosa del genere. Noi agiamo in questo modo perché abbiamo omicidio nei nostri cuori.
Cosí ‘faccio quello che non dovrei fare’ significa che commettiamo malvagitá perché siamo malvagi. Ed è cosí facile per Satana istigarci a peccare.
Ammettiamo che un uomo che non è stato riscattato si sieda in una baracca per 10 anni, guardando un muro e meditando come il grande monaco coreano Sung-Chol. Non ha problemi mentre sta seduto con la faccia al muro, ma qualcuno deve dargli da mangiare e buttargli la sporcizia.
Allora deve prendere contatto con qualcuno. Non avrebbe problemi se quell ‘qualcuno’ fosse un uomo, ma supponiamo che fosse una donna bellissima. Se gli capitasse di guardarla, alla prima occasione, la sua meditazione sarebbe inutile. Penserebbe, “Non devo commettere adulterio; l’adulterio è nel mio cuore, ma devo perderlo, devo liberarmene. No! Esci fuori dalla mia testa!”
Ma il suo proposito evaporerebbe nel momento in cui la vede. Dopo che la donna lo lascia, si guarderebbe nel cuore: cinque anni di duro lavoro per niente.
È cosí facile per Satana togliere l’onestá di un uomo. Tutto quello che deve fare Satana è dare un po’ di stimolo. Quando un uomo soffre senza essere riscattato, continua a cadere nel peccato. Paga la decima fedelmente ogni domenica, digiuna per 40 giorni, e partecipa alle preghiere mattutine per 100 giorni. Ma Satana lo istiga con le buone cose della vita.
“Vorrei darti un posto importante nella nostra compagnia, ma tu sei un cristiano e non puoi lavorare di domenica, vero? È un posto molto importante. Potresti lavorare per tre domeniche e andare in chiesa una volta al mese. Allora godrai dell’alto prestigio e avrai un alto stipendio. Come ti sembra?” Di fronte a questa proposta 100 persone su 100 comprate.
Se questo non funziona, ci sono quelli che hanno un debole per le donne. Satana porta una donna di fronte a lui, e quello perde la testa per lei dimenticandosi di Dio in un istante. È cosí che l’onestá di un uomo viene strappata.
Se cerchiamo di vivere secondo la Legge, tutto quello che avremo alla fine sono le ferite del peccato, pena e povertá; perderemo tutta l’onestá. “Scendeva da Gerusalemme a Gerico, e s’imbattè in ladroni i quali, spogliatolo e feritolo, se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.”
Ció significa che se cerchiamo di stare a Gerusalemme vivendo secondo la volontá del Santo Dio, sbaglieremo ogni volta a causa della nostra debolezza e saremo rovinati.
E quindi pregheremo in pentimento dinnanzi Dio. “Signore, io ho peccato. Ti prego, perdonami; non lo farò mai piú. Ti prometto che questa sarà davvero l’ultima volta. Ti supplico e ti imploro di perdonarmi solo per questa volta.”
Ma non finisce mai. L’uomo non può vivere in questo mondo senza peccare. Può essere capace di sfuggire dal peccato un paio di volte, ma sarà impossibile per lui non peccare ancora. Cosí commetterà ancora peccato. “Signore, ti prego, perdonami.” Se questo continua, andrà via dalla Chiesa (la religione). Andrà via da Dio a causa dei suoi peccati e finirà nell’Inferno.
Andare a Gerico significa cadere nel mondo secolare; andare piú vicino al mondo e allontanarsi da Gerusalemme. All’inizio Gerusalemme era vicina. Ma come il ciclo del peccare e del pentirsi si ripete, ci ritroviamo nelle strade di Gerico; caduti profondamente nel mondo.
Chi può essere salvato?
Colui che non cerca di fare da sé
L’uomo sulla strada per Gerico chi ha incontrato? Ha incontrato dei ladroni. Colui che non vive mai nella Legge diventa un umile cane. Beve e dorme ovunque, fa i propri bisogni ovunque. Sa di non dover bere. Si pente il giorno seguente, ma beve ancora.
È come l’uomo che ha incontrato i ladroni sulla strada per Gerico. Egli viene lasciato ferito e mezzo morto. C’è solo peccato nel suo cuore. Questo è ció che l’uomo è.
Le persone credono in Gesù e vivono secondo la Legge a Gerusalemme, ma rimangono solo con il peccato nel loro cuore. Tutto quello che rimane per la loro vita religiosa sono le ferite del peccato. Coloro che hanno peccato nel loro cuore sono destinati all’Inferno. Sanno questo, ma non sanno cosa fare. Anche voi e io ci siamo passati? Sí. Siamo tutti uguali.
Il dottore della Legge che non aveva capito la Legge di Dio si era sforzato per tutta la vita, ma era finito all’Inferno, ferito. Quel dottore della Legge siamo noi, voi e io.
Solo Gesù può salvarci. Ci sono cosí tante persone intelligenti intorno a noi che fanno mostra del loro sapere. Pretendono tutte di vivere secondo la Legge di Dio. Non riescono ad essere oneste con loro stesse. Non sanno parlare con chiarezza e si vantano di una fede che non posseggono.
Tra loro ci sono peccatori che sono sulla strada per Gerico, coloro che vengono colpiti dai ladroni e coloro che sono giá morti. Dobbiamo conoscere quanto siamo fragili dinnanzi a Dio.
Dobbiamo ammettere dinnanzi a Dio, “Signore, andrò all’Inferno se Tu non mi salvi. Ti prego, salvami. Andrò ovunque tu voglia anche se c’è tempesta se tu mi permetti di ascoltare il vero Vangelo. Se Tu mi lasci, andrò all’Inferno. Ti prego di salvarmi.”
Coloro che sanno di essere diretti all’Inferno, coloro che non cercano di fare da sé e si aggrappano al Signore, questi sono coloro che vengono salvati. Non possiamo essere salvati facendo da noi.
Dobbiamo sapere di essere come gli uomini che sono caduti tra i ladroni.